Che nel territorio di Magliano Sabina possano accadere terremoti abbastanza forti, i maglianesi l’hanno potuto constatare “in diretta” domenica 30 ottobre 2016 alle 7,40: magnitudo 6.5 all’epicentro. Al di là della cronaca recente,una delle scosse più significative nel passato fu quella del 2 febbraio 1703 (magnitudo 6,7): “… questa Città videsi nella dura necessità, che questa Popolazione dovesse abbandonare le proprie Case, e fissare la rispettiva residenza chi negli Orti esistenti dentro la medesima, e chi nelle proprie Campagne…», ed il cronista aggiungeva: «L’ira di Dio minacciava un vero flagello». Le parole del cronista parlano chiaro: un vero flagello! Quante vittime? Non è dato sapere. Probabilmente nessuna, dato che vi furono preavvisi il 14 e il 16 gennaio: il primo interessò la zona compresa fra Norcia e Amatrice e l’altro Antrodoco e L’Aquila con forti ripercussioni nel Lazio e in Umbria, e con una estensione da Milano a Napoli. Una cronaca, non supportata da documenti, riporta che le vittime a Magliano furono 1000, forse nata dall’equivoco, legato probabilmente al fatto che, dopo la deviazione del Tevere per la costruzione di Ponte Felice, la popolazione di Magliano diminuì di un migliaio di abitanti a causa di diffuse epidemie per le esalazioni degli acquitrini. La scossa del 2 febbraio 1703 fu, comunque, “una delle più significative sequenze sismiche dell’ultimo millennio”.
Precedentemente e successivamente a questa scossa sono da riscontare a Magliano altri terremoti di una certa intensità intervallati nei secoli: dal 78 a.C. al 1700 sono stati “registrati” circa otto. La storia tramanda che nel XVIII secolo l’attività sismica fu molto intensa: dopo quella micidiale del 2 febbraio, per tutto l’arco del secolo, ne seguirono altre di minore intensità. Nel 1800 si segnalano: un terremoto nel 1832 e un altro nel 1898, quando il 25 giugno il sisma danneggiò alcune parti della chiesa della Madonna delle Grazie durante i lavori per modificare la piantaaprendo l’ingresso verso l’abitato.
Un terremototremendo (magnitudo 6,9 o 7,0) si ebbe il 13 gennaio 1915 nella Marsica. La tradizione popolare maglianese lo ricorda come “quello di Avezzano”, checausò nella città abruzzese la morte di oltre 10.000 persone. Il centro storico di Magliano fu colpito gravemente, e il comune fu incluso fra i paesi più danneggiati meritevoli di soccorso: molti cittadini richiesero varie certificazioni per ottenere i contributi dello Stato. Le aule scolastiche, quando ancora l’edificio delle elementari non era ancora finito da costruire,erano in diversi locali nel paese, che non furono acquisite per i profughi della guerra per i danni subiti dal sisma. Si chiesero finanziamenti per riparare il palazzo comunale e l’ex convento di Santa Croce (ex “Ospedale Vecchio”).
Per cautelarsi nei confronti dei terremoti, già dal lontano 1927, un decreto obbligava i comuni del Regno all’osservazione di norme tecniche per l’edilizia in modo dilimitare i danni “nella deprecata eventualità di futuri movimenti tellurici”, ma rimase lettera morta. Le successive disposizioni, prima della Protezione civile, successivamente della Regione Lazio, collocano il territorio di Maglianoin Zona “2B-250 UAS”(2003), pericolosità sismica media «in cui possono verificarsi forti terremoti ma rari».
In conclusione, e per dovere di cronaca,prima dei più recenti terremoti del 2016, altri di un certo rilievo sono stati registrati negli anni: 1961(Valle del Velino), 1979(Valnerina), 1984(Appennino abruzzese), 1997 (Appennino umbro marchigiano).
Guido Poeta
Fonti:
Archivio storico comunale di Magliano Sabina.
Regist54ro della “Fabbrica di San Liberatore di Magliano Sabina”.
Catalogo dei più forti terremoti in Italia dal 416 a.C. al 1990.
Regione Lazio: Nuova classificazione sismica del Lazio.